• Corriere del Veneto | Corriere della Sera, 09-06-24

La sua ricerca affronta temi sociali, su tutti l’empowerment femminile, la parità di genere, l’inclusione e la coscienza del senso di sé. Ogni opera è una tappa di un viaggio visivo tra ironia e dark. Parafrasando il titolo di una mostra passata, «la favola di Ketra» – dalla dimensione underground e dal mood gotico – ha un nuovo lieto fine. L’artista bassanese ha vinto l’edizione 2024 dell’«Exibart Prize», importante concorso online, giunto alla quarta edizione, finalizzato alla promozione dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Il premio è assegnato da una giuria composta dai critici, galleristi, collezionisti, che valutano non solo le opere, ma l’intero operato artistico dei partecipanti, senza distinzione di età né di qualifica. Dopo una serrata competizione che ha visto le prime posizioni separate da pochissimi punti, Elena Pizzato in arte Ketra (info: ketra.it), si è imposta su Valentina Gelain, Xinhan Yú, Plurale, Mattia Sugamiele, Fabrice Bernasconi Borzì, Erika Godino, Bekim Hasaj, Stefan Milosavljevic e Stefano Cescon. «Un riconoscimento che valorizza i temi dell’inclusività e della tolleranza, uniche vie per creare un futuro e una società capace di migliorare e convivere», afferma la vincitrice. Elena (Bassano del Grappa, Vicenza, 1979), diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, vive e lavora tra Treviso e Roma. Da Girlpower, un tirapugni a dondolo per bambine feroci, alla serie Serialmirrors, specchi feticcio che riflettono storie di donne assassine fino a Utereyes, l’utero con gli occhi che non subisce ma sceglie, le sue creazioni sono accomunate da quell’indole chiara contro gli stereotipi di genere.

Di recente ha presentato a Roma in anteprima internazionale la performance digitale «Sologamy», che affronta il fenomeno sociale della sologamia, attraverso la quale per la prima volta tuttə possono sposare se stessə online. Ha esposto in numerose personali e collettive, tra cui al Madre di Napoli, al MAM di Mantova, al Silesian Museum di Katowice e alla Stichting Artes di Amsterdam. È nella shortlist dei finalisti del premio internazionale Arte Laguna 2024.
È appena stata inaugurata la sua personale dal titolo «Lo sguardo di Lilith», allestita fino al 4 luglio alla Mucciaccia Gallery Project di Roma. Curata da Cesare Biasini Selvaggi, la mostra è ispirata a un’irrefrenabile figura matriarcale primordiale: secondo le religioni mesopotamiche, Lilith è stata la prima donna ad aver vissuto sulla Terra, incarnando l’autodeterminazione e la ribellione contro i ruoli di genere imposti dalla società.