Leggi qui l’intervista a cura di Veronica Sterrantino di AMEI Magazine https://www.ameimagazine.com/post/elena-ketra-lartista-che-ridefinisce-lidentita-individuale

Oggi abbiamo il piacere di avere con noi Elena Ketra un’artista visiva italiana che unisce ironia, femminismo e provocazione. Il suo lavoro attraversa performance, arte digitale, tessile e installazioni, spesso usando il corpo – reale o simbolico – come campo di esplorazione politica.

Con uno stile pop e dissacrante, mette in discussione i ruoli di genere, il linguaggio del desiderio e la narrazione mainstream del femminile. Le sue opere sono dichiarazioni visive che mescolano estetica pop, cultura queer e critica sociale. ‍

Elena Ketra ritratta in bianco e nero, con caschetto scuro, maglietta nera e imbragatura in pelle; guarda di lato con le mani in tasca davanti a un muro chiaro.
Elena Ketra – ritratto

Empowerment, identità, ridefinizione

Elena Ketra non è solo un’artista visiva. È un corpo che parla, una voce che attraversa linguaggi e spazi.

Quando le chiediamo di riassumere la sua poetica in tre parole, risponde senza esitazioni: “empowermentidentitàridefinizione.

“L’empowerment è autodeterminazione femminile. È potersi dire: io mi scelgo. Sologamy parla proprio di questo: trasformare il matrimonio in un atto simbolico e politico. In Utereyes, l’utero diventa simbolo di scelta attiva delle donne, sia del proprio corpo che della propria sessualità, oltre il determinismo biologico.”

Motivo grafico a pattern ispirato all’utero, con elementi che ricordano occhi stilizzati su sfondo nero, bianco e fucsia.
UTEREYES – Wallpaper, 130×186 cm.

Tessuto artistico a rilievo raffigurante un utero stilizzato con un occhio al centro, realizzato con filati rosa, rossi, azzurri e neri su base nera pelosa.
UTEREYES, 2022 – Arazzo handmade su rete a maglia, lana mista, 120×105 cm.

Ma il discorso va oltre il genere. L’identità, nelle sue opere, supera i binari. “Con il ciclo Serialmirrors rifletto – anche letteralmente – su figure di donne assassine.

Storie scomode, che ribaltano lo stereotipo della madre, della vittima, della musa. Racconto la complessità dell’individuo, anche quando spaventa.”

Opera barocca in cornice nera con pelliccia sintetica rosa, attraversata da cinghie in ecopelle e anelli metallici a formare un'imbragatura simmetrica.
“Alma Rattenbury” (serie Serialmirrors).

Opera con cornice barocca nera lucida, pelliccia sintetica giallo acceso e imbragatura in pelle con borchie coniche e anelli metallici.
“Beatrix Kiddo” (serie Serialmirrors).

Ribellione e cura

“Se avessi conosciuto questa filosofia, prima avrei sposato me stessa e poi mio marito.”
È una frase che Ketra ricorda con emozione. L’ha detta una donna dopo Sologamy, la performance che invita a promettersi amore e rispetto davanti a sé stessə.

“È stato un momento potente. Non era solo arte. Era intimo e politico insieme.”

Installazione artistica interattiva del progetto “SOLOgamiA” di Elena Ketra, con un touchscreen che invita il pubblico a sposarsi simbolicamente con sé stesso.
SOLOgamiA – Performance digitale (2022).

Certificato ufficiale di auto-matrimonio dell’artista Elena Ketra, parte del progetto “SOLOgamiA”, con promessa di amore e cura verso sé stessa.
Certificato di “SOLOgamiA” (2022).

Due persone interagiscono con uno schermo digitale su cui è visibile l’interfaccia del progetto “SOLOgamiA” con un certificato di auto-matrimonio e il logo dell’opera.
“SOLOgamiA – piattaforma digitale” (2022).

L’opera di Ketra spesso divide, ma non cerca lo scandalo.

“L’arte può disturbare, ma anche curare. A volte serve uno schiaffo per svegliarsi, altre una carezza per ritrovarsi. L’importante è che sia vero.”

Femminismo e libertà di scelta

Nel panorama artistico italiano, ancora segnato da logiche maschili, Ketra ha affrontato più di una semplificazione.

“Tratti temi femminili? Allora sei femminista. Come se bastasse un’etichetta. Ma il mio lavoro va oltre.”

Con Premamai, realizzato con Eolo Perfido, ha toccato un tabù: la maternità come scelta, non destino.

“Indossavo una pancia in silicone, come fanno le attrici, per rappresentare la pressione sociale sul corpo femminile.”

Donna con tatuaggi sulla schiena e pancione in silicone, ritratta in una posa raccolta, con luce morbida e toni chiari, indossa una harness chiara.
“Premamai”, ph. Eolo Perfido.

Scatto sfocato e luminoso di un corpo femminile con tatuaggi e pancione in silicone, parzialmente coperto da un tessuto trasparente, in movimento.
“Premamai”, ph. Eolo Perfido.

Simboli e nuove letture

“Lo specchio è giudizio, ma anche portale. L’utero può essere controllo, ma anche potere.”


Ketra lavora con oggetti quotidiani caricandoli di nuovi significati. Gli specchi di Serialmirrors, l’utero di Utereyes: provocazioni visive che ribaltano narrazioni dominanti.

Scritta nera “NONTISCORDARDITE” su sfondo sfumato effetto metallo specchiato, con riflessi grigi e argentati.
“NONTISCORDARDITE”, stampa su lastra in alluminio specchiato (2021).

Sulle relazioni affettive, è netta:

“Dobbiamo smettere di cercare la felicità fuori da noi. Le relazioni dovrebbero essere una scelta, non una necessità. Amare sé stessə non è egoismo. È cura.”

Attivismo digitale e nuovi progetti

Nell’epoca dei social, Ketra resta vigile: “Amplificano i messaggi, ma banalizzano facilmente. Il titolo clickbait è un’arma pericolosa.”

Intanto lavora a Luchadoras, progetto ispirato alle lottatrici messicane.

“Donne forti, simbolo di ribalta e trasformazione. È un mondo nuovo per me, ma potente. Hanno cambiato il modo di percepire la lotta. E il femminile.”

Donna di spalle con giacca in ecopelle fucsia, decorata con la scritta DHEA in lettere glitterate e un grande ricamo di un cobra dorato con bocca spalancata.
“DHEA”

Collaborazioni e ispirazioni

Un’artista con cui sognerebbe di collaborare? Nessun dubbio: Cindy Sherman.

“È potente, elegante, rivoluzionaria. Ha mostrato che il genere è una costruzione. Anche questo è empowerment.”

Scultura in legno fucsia a forma di tirapugni gigante trasformato in un cavalluccio a dondolo, con maniglie metalliche alle estremità.
“GIRLPOWER 4010 – Tirapugni a dondolo”.

Ketra non fa arte per piacere. Fa arte per affermare, per riscrivere, per creare spazi in cui l’identità è possibilità, non gabbia.

La sua poetica è lucida, scomoda, necessaria. Tra specchi, corpi e rotture, ci ricorda che scegliere sé stessi è un atto radicale.

Per restare aggiornatə sulle opere ei progetti di Elena Ketra , seguila su www.ketra.it e su Instagram , il suo lavoro è in continua evoluzione, tra ironia tagliente e attivismo visivo.

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