E’ una grande emozione e onore vedere nella copertina del nuovo numero di exibart il mio progetto “Luchadoras“. Questo lavoro è ispirato alle lottatrici messicane, vere e proprie icone di empowerment femminile. Lo trovate ad Artissima Fair. Dentro l’intervista sulla mia attività, oltre a tantissimi argomenti e riflessioni sul corpo, il gender, l’identità, la violenza. So special. Many many thanks @exibartprize
Mostri bellissimi, imperfetti e preziosi: non poteva che partire da questi corpi il numero 126 di exibart on paper, che presentiamo in questi giorni di Torino Art Week, coincidenti con la notte di Tutti i Santi o Halloween. Corpi in trasformazione – un po’ come il nostro 126, che cambia con un restyling grafico e una impostazione visiva più leggera, per privilegiare il rapporto tra immagini e parole, che speriamo possa rendere la lettura più avvincente –, corpi costruiti, forti ed agili, travestiti con colori sgargianti. Come quelli delle luchadoras, le lottatrici messicane simbolo di emancipazione femminile, che compaiono nell’ultimo lavoro di Elena Ketra – vincitrice dell’ultimo exibart prize – che campeggia orgogliosamente in copertina, sfidando gli sguardi.
«Un mostro è un corpo che avrebbe dovuto essere sottomesso, ma che è diventato una smisurata minaccia: un mostro è una donna che si è sottratta al controllo», scriveva Sady Doyle ne Il mostruoso femminile, saggio sulla natura selvaggia della femminilità citato da Giulia Ronchi nel suo editoriale ad apertura di questo 126 dedicato al genere, rigorosamente non binario, meravigliosamente complesso.